How to practice?
Short notes by Roberto Prosseda
5. Pesiamo il peso
Uno dei principi basilari e universali della tecnica pianistica è l’uso del “peso naturale” del braccio. Tuttavia, l’argomento è complesso e si presta a molti fraintendimenti. Molti studenti di pianoforte fanno fatica a capire esattamente di cosa si tratti, e come si possa realmente trasferire il peso del braccio sul tasto: spesso pensano che stanno suonando col peso, ma così non è.
Per percepire quale sia il “peso naturale” del nostro braccio, la prima cosa da fare è...pesarlo. Prendiamo quindi una bilancia digitale da cucina, con piattaforma piatta e estesa, e la poggiamo su un tavolo di altezza analoga a quella della tastiera del pianoforte. La bilancia ci servirà per i seguenti esercizi, e ci aiuterà ad acquisire una maggiore consapevolezza sull’uso effettivo del peso, e sul controllo muscolare indispensabile per la nostra tecnica pianistica. Gli esercizi sono da svolgersi in ordine, e solo quando saremo certi di aver ben compreso e realizzato un esercizio potremo passare al successivo.
1. Pugno chiuso.
Seduti al nostro tavolo, poggiamo il nostro braccio, con pugno chiuso, sulla bilancia, senza fare alcuna pressione volontaria e senza irrigidire alcun muscolo dalla spalla in giù, così da non trattenere il peso (vedi foto). Può essere utile, per accertarci che siamo realmente rilassati, far leggermente “ciondolare” il gomito e apprezzare il senso di appoggio rilassato. Se siamo realmente appoggiati con il peso del braccio sulla bilancia, il display indicherà circa 1.500 g. Quando il braccio è appoggiato con il pugno chiuso è molto facile scaricare il peso sulla bilancia, perché le articolazioni della mano (il polso e le tre falangi) non sono coinvolte, e quindi vi sono meno rischi di dispersione del peso. Gli unici muscoli che potrebbero interferire sono quelli della spalla e del braccio, che vanno tenuti del tutto rilassati. Qualora il display indicasse un peso nettamente inferiore, evidentemente siamo irrigidendo inconsapevolmente i muscoli della spalla o del braccio.
2. Pollice
Una volta che siamo riusciti a svolgere il primo esercizio, passiamo a coinvolgere gradualmente le dita. Partiamo dal pollice, che è quello più forte, e quindi facilmente in grado di sostenere il peso del braccio. Ripetiamo quindi l’esercizio 1, ma poggiando il braccio sulla bilancia sul solo pollice in posizione “rovesciata, cioè girando il gomito verso l’alto (vedi foto 2). Il peso indicato dal display dovrebbe, ovviamente, restare lo stesso, o al limite aumentare, in quanto stiamo ora riversando sul dito anche il peso della spalla, avendo il gomito in posizione più alta. Se invece il peso indicato sarà inferiore, vuol dire che lo stiamo trattenendo in qualche snodo del braccio. Questo esercizio è agevole, in quanto la linea dalla spalla al pollice forma un arco solidale con la forma delle articolazioni, assumendo una posizione più naturale rispetto a quella in cui normalmente la mano deve stare sulla tastiera. Rispetto al precedente esercizio stiamo coinvolgendo solo una articolazione un più: quella del polso, i cui muscoli devono ora essere attivi. I muscoli delle dita, invece, compresi quelli del pollice, devono restare rilassati.
3. Quattro dita
Poggiamo il braccio sulla bilancia con la mano in normale posizione “pianistica”, quindi toccando la bilancia con le punte di indice, medio, anulare e mignolo, come a suonare i tasti re-mi-fa-sol. È importante che le quattro dita mantengano una forma dritta (non curva), così sarà più facile per i muscoli delle tre falangi restare ben tesi e sostenere il peso del braccio. Anche il polso deve essere attivo, mantenendo una linea retta tra avambraccio e mano, così da trasmettere il peso del braccio alle dita senza dispersioni. Il pollice, invece, deve sempre restare completamente rilassato, così come anche i muscoli della spalla e del gomito. Se la bilancia indicherà un peso inferiore a quello precedente, dovremo provare a controllare il rilassamento di ciascun muscolo.
Molti studenti inizialmente non riescono a gestire i muscoli delle dita in modo indipendente dagli altri, anche a causa della posizione meno naturale della precedente. Succede spesso che, per mettere in tensione i muscoli del dito che suona (che deve sostenere il peso), si irrigidiscano anche i muscoli di altre dita o del braccio, e in tal modo il peso non si scarichi del tutto sul tasto. La verifica con la bilancia è quindi molto efficace per individuare questi irrigidimenti e rendersi conto di quando siamo, invece, del tutto rilassati. Possiamo ripetere l’esercizio appoggiando sulla bilancia soltanto tre dita (2-3-4, o 3-4-5) e poi soltanto due dita (2-3, 3-4, 4-5). È importante che le dita non appoggiate mantengano uno stato di totale rilassamento. Può capitare di alzare involontariamente il mignolo o l’anulare, e in tal caso dobbiamo abituarci a mantenere una costante attenzione sullo stato dei muscoli di ciascun dito.
4. Dito singolo dritto
Quando siamo certi di effettuare correttamente il precedente esercizio, possiamo passare all’appoggio del peso su ciascun singolo dito, ma sempre in posizione dritta (non rotonda) per non sovraccaricare i muscoli flessori della falangina e della falangetta. Partiamo dall’indice, facendo attenzione a tenere ben tesi i muscoli delle falangi dell’indice e il muscolo del polso, e a lasciare rilassati tutti i muscoli delle altre dita. Ripetiamo l’esercizio riappoggiando il braccio sulla bilancia attraverso il medio, l’anulare e l’indice. La difficoltà sarà maggiore sulle dita più deboli, ossia l’anulare e il mignolo, i cui muscoli flessori sono meno abituati a sostenere da soli il peso del braccio (circa 1,5 Kg). È sufficiente restare appoggiati con il peso su un singolo dito per 3-4 secondi. In ogni caso, non superare i 10 secondi di appoggio continuo, per non affaticare eccessivamente il muscolo.
5. Dito singolo curvo
Solo quando siamo in grado di svolgere al meglio gli esercizi precedenti, possiamo passare a ripetere l’esercizio 4, ma con ciascun dito in posizione rotonda. In tal caso, i muscoli flessori di ciascuna falange del dito appoggiato saranno coinvolti e dovranno essere attivi e solidali per non disperdere la trasmissione del peso sul tasto. Il display della bilancia ci potrà confermare il corretto svolgimento, quando indicherà lo stesso peso che indicava negli esercizi precedenti.
6. Trasferimento del peso tra le dita
Il trasferimento del peso tra le dita, senza alcuna dispersione o interruzione della pressione, è un principio fondamentale per il legato e per un suono corposo e rotondo. Per verificare la nostra abilità nell’applicare questa tecnica, potremo appoggiare l’indice sulla bilancia, in modo che sostenga il peso del braccio, e poi gradualmente appoggiare anche il medio, così da dividere il peso tra le due dita. A questo punto, verificando che la bilancia non indichi sensibili sbalzi di peso, alziamo leggermente l’indice, così da convogliare tutto il peso del braccio sul medio. Possiamo proseguire allo stesso modo trasferendo il peso dal medio all’anulare e dall’anulare al mignolo, e poi tornare indietro fino all’indice.
Questi esercizi sono certamente insoliti rispetto ai sistemi più tradizionali per insegnare l’uso del peso al pianoforte. La loro particolarità sta nel fatto che è qui volutamente evitato l’abbinamento del peso allo scatto del dito o alla caduta dall’alto, per aiutare lo studente a percepire fisicamente e mentalmente cosa vuol dire “suonare con il peso”. Una volta acquisita questa consapevolezza, sarà poi più facile abbinare il peso ad altri modi di attacco del tasto, anche in combinazione con altri movimenti del dito o del braccio, che affronteremo negli articoli successivi.
Roberto Prosseda